La storia del Pomodoro Flavr Savr, nonostante i tanti anni passati è ancora un valido esempio di come una buona idea necessità di esser ben gestita per ottenere anche un minimo successo.
Il pomodoro flavr savr è stato storicamente il primo ogm ad essere commercializzato ed autorizzato per il consumo umano. Nel 1994, la FDA concluse la valutazione del Flavr Savr dichiarando che il pomodoro “è sicuro come i pomodori allevati con mezzi convenzionali”. Le ricerche furono portate avanti dalla Calgene una piccola azienda della California nata nel 1980 con lo scopo di lavorare su prodotti vegetali utilizzando le nuove biotecnologie emergenti.
Ma cosa aveva questo pomodoro da essere nuovo e rivoluzionario? Dove e come era OGM?
Attraverso l’ingegneria genetica, la Calgene sperava di rallentare il processo di maturazione del pomodoro, e quindi evitare che il suo rammollimento. Il pomodoro si ammorbidisce a causa della presenza della Poligalatturonasi (PG), un enzima che degrada la pectina. L’enzima normalmente degrada la pectina nelle pareti cellulari e provoca l’ammorbidimento dei frutti che li rende più suscettibili di essere danneggiati ed attaccati dalle muffe. L’idea dei ricercatori consisteva nell’abbassare il PG per mantenere il pomodoro compatto anche quando è lasciato maturare sulla pianta.
Normalmente per poter allungare i tempi dalla raccolta alla distribuzione, il pomodoro che raggiunge i supermercati viene raccolto ancora verde e fatto maturare artificialmente successivamente. L’introduzione di un pomodoro che potesse mantenere le caratteristiche di pomodoro maturo più a lungo avrebbe permesso di essere raccolto dopo un completa maturazione in campo. Senza quindi l’utilizzo del maturante pur consentendo il pomodoro di mantenere il suo colore naturale e il sapore. Infatti la FDA stabilì all’epoca che non occorresse una speciale etichettatura per il prodotto, perché le caratteristiche nutrizionali erano rimaste invariate e non vi, erano evidenze di rischi per la salute.
I ricercatori della Calgene, Inc., a Davis, hanno pensato di diminuire o rallentare l’accumulo di PG nei pomodori in maturazione con l’introduzione di un gene inverso, ovvero, una copia “antisenso”. Il DNA inserito nel genoma originale corrispondeva quindi a quello originale ma invertito. L’idea si fondava sull’assunto che potesse esprimersi un mRNA inverso rispetto a quello originale e che con questo si accoppiasse e non potesse raggiungere la sede della sintesi proteica.
La loro aspettativa era che frutto maturo sarebbe rimasto sodo per più tempo, permettendo così di essere trasportati al mercato dopo la maturazione in campo. Trasporto dei frutti maturi avrebbe permesso di evitare la pratica di raccolta dei frutti verdi e maturati artificiosamente con un trattamento di etilene, che dà il colore rosso del pomodoro maturo, ma non la serie completa di sapori del pomodoro naturale.
Nei pomodori OGM Flavr Savr, quindi, l’informazione genetica preposta alla produzione di una proteina era stata invertita e capovolta. Il risultante gene PG “antisenso” eliminava la produzione della PG nativa nelle piante ingegnerizzate e tale eliminazione, nel pomodoro modificato con il gene Flavr Savr, allungava effettivamente la durata dei pomodori maturi.
L’idea scientifica di base, per quanto fantasiosa, funzionò. In laboratorio, nei pomodori ingegnerizzati, la quantità di PG era inferiore alla quantità presente nella varietà originale.
IL pomodoro Flavr Savr venne commercializzato nel 1994. Pieno di aspettative e di promesse.
I problemi però furono tanti e imprevisti:
– La varietà scelta per l’ingegnerizzazione non era tra le migliori ne come qualità ne come capacità produttiva.
– inesperienza della Calgene nel supportare i processi agricoli di produzione del pomodoro, che portarono a rese piuttosto ridotte, tali da scoraggiare abbastanza rapidamente l’adozione del prodotto
– I quantitativi prodotti in pieno campo furono ridotti anche di un 50% rispetto alle aspettativa e dei pomodori prodotti solo una minima parte potevano essere commercializzati come “prima categoria”
– La raccolta del pomodoro flavr savr ad uno stato più avanzato di maturazione ne causava un maggiore danneggiamento. Il pomodoto maturo durava più a lungo ma restava comunque fragile come un pomodoro maturo tradizionale e le attrezzature studiate ed evolute per la raccolta ed il trattamento di un pomodoro raccolto verde erano troppo “rudi” per i pomodori maturi flavr savr.
– Per la raccolta e la spedizione del flavr savr servirono quindi attrezzature speciali ricavate da un adattamento di quelle utilizzate per le pesche. Servirono anche contenitori speciali.
– Tutti questi adattamenti causarono la necessità di investimenti e il conseguente rialzo di costo del prodotto al punto vendita che andava troppo fuori mercato.
Oltre a questi fattori tecnici si aggiunse, per la prima volta, la psicosi da ogm dei consumatori. I benefici associati al consumo del pomodoro ingegnerizzato si rivelarono per i consumatori modesti, non tali da garantire il superamento della diffidenza che nel frattempo iniziava a montare nei confronti delle tecnologie di ingegneria genetica. Questo inizio così critico nel rapporto diretto con i consumatori rappresenta una costante non ancora risolta per gli OGM, che ancora non hanno trovato il modo di convincere i consumatori della convenienza di un’eventuale loro scelta, dato il profilo di rischio percepito, in assenza di benefici tangibili direttamente valutabili. Così, malgrado un buon inizio, anche grazie alla curiosità suscitata dall’innovazione scientifica, le vendite iniziarono presto a declinare.
Inoltre, la Calgene fù acquistata dalla Monsanto nel 1996 che si mostrò immediatamente più interessata alle competenze tecnologiche detenute da Calgene nel cotone e nei semi oleosi ed abbandonò la ricerca sui pomodori.
A seguito di tutto ciò il pomodoro Flavr Savr fu posto fuori commercio già nel 1997.
Forse senza gli errori della Calgene oggi potrebbero esserci molti più ogm in circolazione. Anche perché è bene sottolineare che l’ogm flavr savr era molto differente da quelli attuali che esprimono proteine in più o diverse rispetto all’organismo originale. Nel caso del flavr savr si cercò si spegnere l’espressione genica cercando di non utilizzare una proteina ma un acido nucleico.
L’idea del gene antisenso però non andò completamente persa, infatti negli stessi anni o poco dopo in Gran Bretagna, a partire dal 1996, la Zeneca mise in commercio una pasta di pomodoro realizzata con una tecnologia simile a quella del Flavr Savr. Si trattava di un prodotto innovativo, capace di garantire un risparmio del 20% ai consumatori, chiaramente etichettato come geneticamente modificato. Nei primi due anni il prodotto venne venduto in alcune grandi catene di distribuzione, tra cui Sainsbury’s e Safeway e riscosse notevole successo.
Però il crescente clima di sospetto e psicosi nei confronti degli OGM condusse rapidamente ad una drastica riduzione delle vendite, fino alla cessazione della produzione nel giugno 1999. La psicosi fu accentuata da un particolare episodio entrato nelle cronache e nella storia come “l’affare Pusztai ”. Ma questa è un’altra storia e la raccontiamo un’altra volta.