Un uomo di 30 anni del Texas ha perso la vita a causa di un’infezione da Vibrio vulnificus, un batterio altamente aggressivo contratto durante il consumo di ostriche crude. Le autorità sanitarie locali confermano la gravità dell’infezione e sottolineano l’importanza di prestare attenzione alla sicurezza alimentare
In questi giorni su diversi siti di informazione ma anche su alcuni quotidiani italiani è apparsa una notizia allarmante: “Batterio mangiacarne uccide tre persone dopo il bagno e le ostriche crude”; “Tragedia dopo aver mangiato ostriche crude: muore a 30 anni”. “Spesso l’unica soluzione è amputare la parte del corpo colpita.” Si tratta ovviamente di titoli clickbait ma assolutamente non fake.
Un uomo di 30 anni è infatti morto dopo aver consumato ostriche crude contaminate in un ristorante a Galveston, in Texas. L’uomo ha contratto un’infezione da Vibrio vulnificus, attraverso frutti di mare crudi o poco cotti. Secondo i funzionari dell’autorità sanitaria locale della contea di Galveston, l’uomo purtroppo aveva problemi di salute che “lo predisponevano maggiormente ad una infezione da Vibrio vulnificus” che alla fine lo ha portato alla morte.
Le infezioni da Vibrio vulnificus di solito provocano grave diarrea e vomito, tuttavia, il CDC riferisce che fino al 30% delle infezioni può essere fatale
L’allarme negli USA però è dovuto anche ad un altro evento recente: il Vibrio vulnificus, è stato rilevato in un individuo deceduto della contea di Suffolk (New York). A differenza della precedente vittima però, in questo caso, alla base dell’infezione non c’è consumo di frutti di mare crudi ma un semplice bagno nelle acque del litorale. A seguito di questo evento, il governatore di New York si è rivolto ai cittadini sottolineando l’importanza delle misure di sanità pubblica. L’annuncio del Governatore arriva dopo che il Dipartimento della Salute dello Stato di New York ha pubblicato delle linee guida complete per gli operatori sanitari, delineando le pratiche ottimali per identificare e trattare i pazienti attaccati da tali infezioni batteriche.
Casi mortali di vibriosi sono stati identificati anche nel Connecticut, dove hanno spinto le autorità ad allertare il pubblico e rafforzare la vigilanza sanitaria. Anche in questo caso, le morti accertate sono state collegate al nuoto in acque contaminate.
Il Governatore di New York ha sottolineato l’importanza della consapevolezza e delle misure preventive, sottolineando che la popolazione devono tenersi informata su come ridurre al minimo i rischi di esposizione, dichiarando che “Anche se rimane raro, il batterio Vibrio è purtroppo arrivato in questa regione e può essere straordinariamente pericoloso. Mentre indaghiamo ulteriormente, è fondamentale che tutti i newyorkesi restino vigili e adottino precauzioni responsabili per mantenere se stessi e i loro cari al sicuro, inclusa la protezione delle ferite aperte dall’acqua di mare e, per coloro che hanno un sistema immunitario compromesso, evitando molluschi crudi o poco cotti che potrebbero trasportare questi batteri”.
Nel 2005, i funzionari sanitari hanno chiaramente identificato ceppi di infezioni da V. vulnificus tra gli sfollati da New Orleans a causa delle inondazioni causate dall’uragano Katrina. Nel 2015, in Florida, sono stati segnalati otto casi di infezione da V. vulnificus con due con conseguente morte. Nel 2022, a seguito dell’uragano Ian, la contea di Lee, in Florida, ha visto un forte aumento delle infezioni e dei decessi da V. vulnificus. Al 18 ottobre 2022, erano segnalati quattro morti e 29 persone infette e registrate dall’arrivo dell’uragano di fine settembre.
Secondo il CDC, le infezioni da V. vulnificus negli Stati Uniti orientali sono aumentate di otto volte dal 1988 al 2018 e il confine in cui si verificano queste infezioni è migrato 48 km verso nord ogni anno.
Nel luglio-agosto 2023, Connecticut, New York e North Carolina hanno riportato infezioni gravi e fatali da V. vulnificus.
L’aumento delle temperature stagionali degli oceani e gli ambienti marini a basso contenuto di sale come gli estuari favoriscono una maggiore concentrazione di Vibrio all’interno dei molluschi filtratori;
Ma chi è il Vibrio vulnificus?
Si tratta di un bacillo gram-negativo che colpisce solo gli esseri umani e altri primati. Appartiene alla stessa famiglia dei batteri che causano il colera (*).
*Il colera è un’infezione intestinale causata dal Vibrio cholerae. La caratteristica principale della malattia consiste in una diarrea secretiva abbondante. Il colera può essere endemico, epidemico o pandemico. Nonostante tutti i maggiori progressi nella ricerca, questa condizione rimane ancora una sfida per la medicina moderna. Sebbene la malattia possa essere asintomatica o lieve, il colera grave può causare disidratazione e morte entro poche ore dall’esordio.
Il primo caso documentato di malattia causata da Vibrio vulnificius risale al 1979.
il Vibrio vulnificus si trova di solito in acqua salata calda, poco profonda, costiera in climi temperati in gran parte del mondo. Può essere trovato nel Golfo del Messico, lungo la maggior parte della costa orientale degli Stati Uniti e lungo tutta la costa occidentale degli Stati Uniti, è un microrganismo che può causare gravi lesioni cutanee e ulcere
L’aumento delle temperature stagionali degli oceani e gli ambienti marini a basso contenuto di sale come gli estuari favoriscono una maggiore concentrazione di Vibrio all’interno dei molluschi filtratori;
Il Vibrio vulnificus è presente soprattutto negli ambienti costieri di acqua salata. La prevalenza di questo batterio aumenta da maggio a ottobre, in coincidenza con condizioni climatiche più calde. L’ingestione, tramite frutti di mare crudi, può portare a sintomi come diarrea, crampi allo stomaco, vomito, febbre e brividi. Inoltre, l’esposizione diretta può provocare infezioni alle orecchie, sepsi e infezioni di ferite preesistenti che possono diventare potenzialmente letali. Vale la pena notare che mentre chiunque può contrarre la vibriosi (con diarrea, vomito e febbre), gli individui con malattie del fegato, cancro, sistema immunitario indebolito o coloro che assumono farmaci per ridurre i livelli di acido nello stomaco possono essere più suscettibili alle infezioni o alle complicazioni derivanti dall’infezione.
Per mitigare il rischio di vibriosi, si consiglia agli individui con ferite aperte, piercing recenti o tatuaggi di evitare di esporre l’area interessata all’acqua di mare calda nelle regioni costiere. In alternativa, queste ferite dovrebbero essere coperte con bende impermeabili. Inoltre, gli individui con un sistema immunitario compromesso devono essere messi in guardia dal consumare molluschi crudi o poco cotti, come le ostriche, noti per ospitare i batteri. Si consiglia di praticare tecniche di manipolazione sicura e di lavarsi accuratamente le mani dopo aver toccato i molluschi crudi.
Le persone con un’infezione da Vibrio vulnificus possono ammalarsi gravemente e necessitare di cure intensive o di amputazione degli arti. Circa una persona su cinque con questo tipo di infezione muore. Le persone a maggior rischio di contrarre la malattia da Vibrio vulnificus sono quelle con un sistema immunitario indebolito e gli anziani.
Fino ad oggi l’infezione da Vibrio vulnificus è stata una malattia estremamente rara. Il cambiamento climatico con l’innalzamento delle temperature, soprattutto nel tratto costiero potrebbe aver determinato una maggior presenza del vibrio nelle acque salmastre e di conseguenza un aumentato rischio per i bagnanti e i consumatori di frutti di mare provenienti da questi litorali.
Vibrio vulnificus è un batterio estremamente virulento che può causare attaccare l’uomo attraverso due vie: attraverso l’infezione di ferite oppure attraverso il tratto gastro intestinale dopo una ingestione di alimenti contaminati.
Nel caso di ferite esposte ad acque contaminate, il vibrio è in grado di causare delle infezioni necrotizzanti. I batteri V. vulnificus possono entrare nel corpo attraverso le ferite aperte o attraverso ferite da puntura da spine di pesci come le razze. Le persone possono sviluppare una dermatite vescicolare a volte scambiata per pemfigo o pemfigoide.
Nel caso invece di ingestione possiamo avere due sviluppi: una Gastroenterite acuta oppure una Sepsi invasiva entrambe provocate da crostacei crudi o poco cotti
Nel caso della gastroenterite il V. vulnificus provoca un’infezione spesso insorta dopo aver mangiato frutti di mare, in particolare ostriche crude o poco cotte. Questo Vibrio non altera l’aspetto, il gusto o l’odore delle ostriche. I sintomi includono vomito, diarrea e dolore addominale. Anche la sepsi invasiva può verificarsi dopo aver mangiato crostacei crudi o poco cotti, in particolare ostriche. Ma nelle persone con sistema immunitario compromesso, specialmente quelli con malattia epatica cronica, il V. vulnificus ha 80 volte più probabilità di diffondersi nel flusso sanguigno. Quando ciò accade, sintomi gravi tra cui lesioni cutanee vesciche e shock settico possono talvolta portare alla morte. Questa grave infezione può verificarsi indipendentemente dal fatto che l’infezione sia iniziata da cibo contaminato o da una ferita aperta.
Il CDC stima annualmente circa 200 casi di ospedalizzazione dovute a infezioni da ingestione con un tasso di letalità pari al 35% (sarebbero invece migliaia i casi da infezione di ferite). L’allarme per l’ampliamento delle aree di colonizzazione è quindi abbastanza giustificato e giustamente le autorità spingono sull’educazione alimentare del cittadino che, soprattutto quando presenta casi di salute compromessa, rischia complicazioni che lo portano alla morte. Mentre tra le persone sane, l’ingestione di V. vulnificus può causare vomito, diarrea e dolore addominale, in una persona con un sistema immunitario compromesso, o con cirrosi, può arrivare ad infettare il flusso sanguigno, causando una malattia grave e pericolosa caratterizzata da febbre e brividi, diminuzione della pressione sanguigna, fino ad arrivare allo shock settico e morte. Nelle persone in cui l’infezione peggiora in sepsi, in genere dopo l’ingestione, la maggior parte muore entro le prime 48 ore . Se il trattamento con tetraciclina o altri antibiotici cefalosporinici viene iniziato all’inizio dei sintomi e viene seguito un ciclo completo, i pazienti generalmente non sperimentano effetti a lungo termine. La prognosi peggiore è in genere per quelle persone che arrivano in ospedale già in stato di shock.
Curiosamente le infezioni da Vibrio vulnificus colpiscono in modo sproporzionato i maschi; L’85% di coloro che sviluppano shock endotossico dai batteri sono maschi poiché gli estrogeni femminili hanno mostrato di avere un effetto protettivo contro V. vulnificus.
L’aumento delle temperature stagionali a causa del cambiamento climatico, e la diminuzione dei livelli di salinità, sembrano favorire una maggiore concentrazione di Vibrione all’interno dei molluschi filtratori della costa atlantica degli Stati Uniti e del Golfo del Messico, in particolare le ostriche (Crassostrea virginica). Gli scienziati hanno spesso dimostrato la presenza di V. vulnificus nell’intestino di ostriche e altri molluschi e nell’intestino dei pesci che abitano le barriere coralline. La stragrande maggioranza delle persone che sviluppano sepsi da V. vulnificus si ammalano dopo aver mangiato ostriche crude; La maggior parte di questi casi sono stati uomini.
Ma perchè viene chiamato “mangiacarne”?
Questo termine è utilizzato per descrivere un’infezione nota come fascite necrotizzante, che rappresenta una forma particolare di infezione dei tessuti profondi della pelle e dei tessuti sottocutanei. Questo tipo di infezione ha la capacità di espandersi rapidamente attraverso la componente molle del tessuto connettivo sottocutaneo. A causa della sua natura batterica, questa malattia si sviluppa in modo rapido e aggressivo. Se non viene trattata tempestivamente, può evolvere in una lesione cutanea che presenta sintomi evidenti come bolle, vescicole e trombosi capillare. Ciò è seguito dalla necrosi dei tessuti sottocutanei, shock settico e, in alcuni casi, può portare alla morte. La fascite necrotizzante di tipo III che è quella causata dal Vibrio vulnificus, colpisce in modo particolare gli arti poiché possono essere il punto più frequente di ingresso del batterio attraverso eventuali ferite. Gli arti infettati e non immediatamente curati rischiano poi di essere amputati per impedire il progredire dell’infezione a tutto il resto del corpo o lo shock settico. Le persone immunodepresse o con patologie debilitanti sono le più a rischio poiché già negli stadi iniziali dell’infezione il sistema immunitario non è in grado di proteggerle.
Corriamo dei rischi anche noi in Italia, o in Europa in generale?
In un documento del 2022 l’EFSA considera, anche nel quadro di innalzamento delle temperature ambientali, il Vibrio vulnificus come un patogeno emergente di cui si deve valutare il rischio.
Quindi, inevitabilmente, l’innalzamento delle temperature potrà creare ambienti ideali per la presenza del V. vulnificus. Per quanto riguarda le infezioni da contatto su ferite questo patogeno potrebbe diventare un ulteriore batterio ambientale in grado di infettarci. Le precazioni descritte prima saranno quindi valide anche per noi. Per le malattie trasmesse da frutti di mare invece, la normativa europea prevede l’obbligo di un tempo di stabulazione in acque pulite in caso di provenienza da acque o allevamenti con presenza di contaminanti. La stabulazione dovrebbe consentire la purificazione ed una maggiore sicurezza. Chi comunque manifesta stato di salute non perfetto, immunodepressione o latri condizioni debilitanti è bene che non mangi frutti di mare crudi o quasi crudi e non solo per il rischio del Vibrio ma anche di altre possibili patogeni.
Curiosità: almeno un ceppo di V. vulnificus è bioluminescente.
In passato tutti i batteri luminescenti erano considerati innocui per l’uomo fino a quando nel 1986 il dottor James Oliver dell’Università della Carolina del Nord a Charlotte riferì di un ceppo bioluminescente di Vibrio vulnificus. Questo microrganismo era stato isolato da un uomo di 72 anni che aveva ricevuto una ferita da puntura alla gamba mentre puliva il pesce nel Golfo del Messico. Quest’uomo morì tredici giorni dopo dopo essere stato ricoverato in ospedale. Questo fu il primo rapporto che indicava che almeno un ceppo dell’agente patogeno V. vulnificus era bioluminescente
Sitografia e Fonti
https://www.oggitreviso.it/tragedia-dopo-aver-mangiato-ostriche-crude-muore-30-anni-au22435-316382
https://www.open.online/2023/09/08/vibrio-vulnificus-batterio-mangia-carne-cosa-e/