Il caso delle Uova al Fipronil

Nell’agosto del 2017, uno scandalo alimentare ha scosso l’Europa e il mondo: milioni di uova sono state ritirate dal mercato perché contaminate con fipronil, un insetticida vietato negli allevamenti di animali destinati al consumo umano. Il caso è partito dai Paesi Bassi, dove due aziende che vendevano prodotti per il trattamento degli acari rossi nelle galline avevano aggiunto illegalmente il fipronil alla loro formulazione. Da lì, la contaminazione si è diffusa in altri paesi europei e anche extraeuropei, tra cui l’Italia.

Ma cos’è il fipronil e perché è pericoloso? Si tratta di un composto chimico che agisce sul sistema nervoso degli insetti, causando la loro morte per ipereccitazione. Viene usato come antiparassitario per gli animali da compagnia (ad esempio contro le pulci), ma non può essere usato sugli animali da allevamento perché può accumularsi nei tessuti e nelle uova e passare così alla catena alimentare umana. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il fipronil è una sostanza moderatamente tossica per l’uomo, che può causare danni al fegato, ai reni e alla tiroide se ingerita a dosi elevate o prolungate. Può anche provocare sintomi neurologici come irritabilità, tremori e convulsioni.

Tuttavia, i livelli di contaminazione rilevati nelle uova sono stati generalmente bassi e non hanno superato i limiti stabiliti dall’Unione Europea (0,72 mg/kg). Pertanto, il rischio per la salute dei consumatori è stato considerato molto limitato. Nonostante ciò, le autorità sanitarie hanno adottato misure precauzionali per ritirare dal mercato le partite di uova sospette o positive al fipronil e per rintracciare i prodotti derivati che le contenevano (come pasta o dolci). In Italia sono stati analizzati 114 campioni di uova e prodotti derivati provenienti da diversi paesi europei: solo due sono risultati positivi al fipronil a livelli inferiori al limite massimo consentito. Sono state quindi allertate le Regioni e le Asl competenti per i provvedimenti restrittivi del caso.

Ma come è stato possibile che il fipronil sia finito nelle uova e nei prodotti derivati? Quali sono state le cause e i responsabili di questa frode alimentare? Le indagini avviate dalle autorità competenti hanno individuato la fonte della contaminazione in due aziende olandesi specializzate del settore. Queste aziende si occupavano di fornire ai produttori di uova un prodotto antiparassitario per combattere gli acari rossi nelle galline, una piaga che affligge gli allevamenti intensivi. Tuttavia, senza informare i loro clienti, le due aziende avevano aggiunto al loro prodotto anche il fipronil, un insetticida vietato negli animali destinati al consumo umano. Il motivo di questa aggiunta illecita era probabilmente economico: il fipronil è una sostanza molto efficace contro gli acari rossi e ha un costo inferiore ad altri insetticidi autorizzati. Inoltre, essendo una sostanza non dichiarata, non era soggetta a controlli da parte delle autorità sanitarie. Così facendo, le due aziende hanno messo a repentaglio la salute dei consumatori e l’intera filiera produttiva delle uova.

Le due aziende hanno acquistato il fipronil da un fornitore belga, che a sua volta lo aveva importato dalla Romania. Il fipronil era presente in diversi prodotti commercializzati con nomi diversi (Dega-16, Dega 1 L, Dega P, Fyprorein, Fyprocleaner e Menthol-vanto), ma non era indicato tra gli ingredienti. Alcuni di questi prodotti contenevano anche altre sostanze non autorizzate per il controllo degli acari rossi (come l’amitraz). Le due aziende hanno trattato con il loro prodotto antiparassitario centinaia di allevamenti nei Paesi Bassi e in Belgio tra il 2016 e il 2017. Da questi allevamenti sono poi partite le uova contaminate con il fipronil che sono state distribuite in altri paesi europei ed extraeuropei. Tra questi paesi c’erano anche l’Italia, la Francia e la Germania.

Nel dicembre del 2019, i due proprietari delle due aziende olandesi sono stati condannati a un anno di carcere ciascuno per aver distribuito il fipronil agli allevatori senza informarli della sua presenza. Si tratta della prima sentenza emessa in relazione allo scandalo delle uova contaminate.

Lo scandalo delle uova contaminate con fipronil ha dimostrato la necessità di una maggiore vigilanza e collaborazione tra le autorità competenti per garantire la sicurezza alimentare dei cittadini. Ha anche evidenziato i problemi legati agli allevamenti intensivi di pollame, dove gli animali sono sottoposti a stress e a trattamenti chimici. Per questo, è importante che i consumatori siano informati e consapevoli delle origini e della qualità degli alimenti che acquistano e consumano. Solo così si potrà evitare il ripetersi di episodi simili in futuro.